venerdì 12 novembre 2010

Doubts

Mi capita di pensare ad una mia conoscente, ed alla sua storia di 7 anni, a distanza, e di chiedermi come faccia. Mi viene voglia di chiederle quale sia il segreto, come si possa stare per 7 anni lontani da una persona.
E la risposta mi viene fuori da sola, dritta dal cuore: non si può. Io non credo si possa stare così tanto lontani se ci si ama. Non si può vivere una settimana insieme e quattro separati per sette anni, quando ci si ama davvero.
Siamo lontani da neanche un anno e mezzo, ed io sto già sclerando. Sono stanca, sono veramente stanca di non vivere la persona che amo. "Aspetta, arriverà anche il vostro momento". Sì, ma aspettare cosa? Una storia va vissuta subito. È inutile stare insieme anni, che in realtà sono mesi, poi ritrovarsi vicini e scoprire che no, non era questa la vita che volevo. E sì, ogni cosa va vissuta, per quando poco possa durare. Però, appunto, va vissuta.
Io sono stanca di essere fidanzata una settimana ogni cinque. Non che nelle altre settimane non lo sia, però non posso abbracciare la persona che amo, non posso vederla, toccarla, sentirla. È sfibrante. Mi fa sentire inutile. Mi fa sentire completamente inutile. Trasferisciti, allora. Tanto qui cos'hai da perdere? Niente. Qui non ho da perdere nulla. Ma lì sì. Li ho da perdere soldi, calma, sicurezza. Non è facile decidere di andare in un posto che, francamente, non ti piace, e sapere che puoi perdere tutto. Non è facile ritrovarsi soli in una città abbastanza ostile, sapere di dover lavorare tutto il giorno, ed avere la consapevolezza di non avere nulla, una volta rientrata a casa. Hai la tua casa, sì. E poi? E poi nulla. Perché amici non ne hai. E non ditemi "te ne farai" perché io odio le persone. Io ho paura delle persone, non parlo con la gente, non faccio amicizia. Non esco quando mi invitano fuori, perché ho paura di non essere all'altezza, e di essere giudicata. Perché quando sono in imbarazzo divento saccente, e questo non piace alle persone. Boh, forse dovrei solo staccarmi dal mio nido e volare via. È che farlo così mi sembra una costrizione. Vai in quella città perché c'è lui. Sì, ma io voglio andare in un'altra città per vivere la mia vita. Ma andare in un'altra città che risolverebbe? Nulla. Saremmo ancora lontani, e allora io sarei libera dal vincolo città, ma non dal mio cuore. E andare a vivere in un posto, per poi andare in un altro ha senso? Spendere dei soldi in un affitto, quando potresti metterli da parte per il mutuo che verrà dopo? Ma ci sarà questo mutuo? Come fai a dirlo? Come fai a dire "facciamo un mutuo, prendiamo una casa e via" quando hai vissuto sempre una settimana su cinque? Come fai a decidere di buttarti così quando non hai mai provato ad uscire due sere a settimana con la persona che ami, tre con gli amici, ecc? Come fai a buttarti così nella vita? E quando? Quanto si deve aspettare per fare quel passo? Quanto a lungo devi logorarti nella distanza? Troppe domande. Troppe domande per una sola testa che non vuole darsi risposte. Se solo avessi le palle di parlare. Di partire. Di vivere rischiando qualsiasi cosa. Ma non posso farlo. Non posso perché mi scoccerebbe il fatto di essere l'unica a rischiare. Sono egoista. Sono una persona schifosa, sì. Sono talmente stanca da essere diventata lo zimbello del mio stesso io. Ragiono al contrario di come ho sempre fatto. Ho dubbi che, normalmente, non mi sarei mai posta. Metto a rischio tutto per delle paranoie, per delle voglie, per dei bisogni che possono aspettare. Hai ventidue anni, cazzo. Cosa vuoi una famiglia? A cosa ti servono una casa, dei figli, degli animali, a cosa? E se dessi retta a te? Eh? Se dessi retta a te a ventidue anni dovrei solo vivere. E non sto facendo neanche questo. E allora cosa? Cosa devo fare? Come si fa a vivere una vita accontentando tutti, compresa me? Eh? Come si fa?
È così brutto. È così brutto uscire con le amiche, tornare e sapere di dover aspettare una telefonata per dire alla persona che ami "mi sono divertita". Ed è brutto perdere sorrisi, salti, lacrime, risate. Perché si perde tutto. Nell'attesa dell'incontro si perde tutto. Tutte le emozioni svaniscono. Le hai vissute solo tu. Le hai raccontate all'altro, sì, ma non le hai condivise, non hai sorriso a quella persona. Lei non ha visto i tuoi occhi luccicare, e non ha fatto luccicare i suoi con il tuo luccichio. È tutto chiuso in un mondo implasticato. È come se ci fosse una dannata parete a dividere gli animi.
Sono così stanca.

2 commenti:

jullala ha detto...

troppe domande.
le domande confondono e basta.
e sono favolose per temporeggiare.
se ti tuffi è meglio.
ma, se mi è permesso dirlo, da ciò che scrivi sembra che non ci sia niente e nessuno per cui valga la pena tuffarsi.
altrimenti non saresti qui a porti questo mare di domande per guadagnare ancora tempo.

BlackIris ha detto...

@Giulia: non ci riuscirei :*
@ jullala: colpita ed affondata. Ma non so dire con precisione se ci sia o no. Forse è solo che continuo a volermi appoggiare ad uno dei motivi del tuffo, e lui la sua vita ce l'ha, e se la vive come solo un ventiduenne può fare. E questo mi crea confusione, perché penso a lui, e non a me. Dovrei tuffarmi senza guardare in basso.