sabato 31 dicembre 2011

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Ho aspettato l'ultimo secondo per scriverlo, sapevo che il 2011 mi avrebbe riservato ancora delle sorprese.
L'anno è iniziato con l'attesa dell'operazione di mio padre. A novembre 2010, grazie ad un'ernia inguinale, i medici hanno notato un rigonfiamento sulla gengiva, ed in seguito alle analisi abbiamo scoperto l'esistenza di un tumore nella sua bocca.
Analisi su analisi, due mesi passati per ospedali, ed a gennaio l'operazione. Siamo partiti io e lui, nonostante io morissi di paura. Alla fine è stato lui a confortare me, come sempre, anche se poco prima di arrivare in ospedale si è fermato un attimo, e guardando il nulla ha detto "in genere queste operazioni vanno male, sembra andare tutto ok, ed il giorno dopo sei in orizzontale". Lì ho capito che aveva paura, ed ho promesso a me stessa che sarei stata forte per lui e per gli altri. Anche se, prima di lasciarlo solo in ospedale, ho discusso con Nehan e gli ho permesso di confortarmi ancora, "calma, è un maschio... Purtroppo noi siamo così, siamo un po' stupidi, ma non lo facciamo apposta". Nella sua inaspettata dolcezza, ho capito che era pronto ad andarsene.
Poi ci ha raggiunti mia madre, e sono arrivate le 11 ore di operazione. È stata l'attesa più lunga della mia vita.
I mesi successivi sono andati avanti così, con visite, ospedali, controlli, analisi e tanta forza da impiegare nel non mostrare agli altri la paura. Sul serio, non ricordo di aver fatto altro, a parte i miei controlli.
A fine aprile, mentre tornavamo dall'ennesimo controllo mi è arrivata una telefonata inaspettata: "Sono ***, dalla scuola ***, volevo avvisarti che a giugno si farà un esame per l'ammissione ai corsi serali, che sono ripartiti grazie a dei fondi. Se puoi venire a scuola ne discutiamo."
E così si è aperta una possibilità. Dopo aver parlato coi diretti interessati, ho scoperto che per l'esame dovevo portare il programma del biennio, per essere poi ammessa al terzo superiore. (per chi non lo sapesse, anni fa lasciai la scuola per problemi con i professori e, in seguito, di salute) Due mesi per studiare due anni, con materie mai viste prima. Due mesi che, in realtà, sono volati senza che facessi poi molto, qualche incontro a scuola, qualche lezione, altri viaggi per i controlli. La "normalità".
La notte del 4 giugno, a 9 giorni dall'esame, Nehan ha deciso di fare l'imbecille, e di mandare un'altra volta il mio cuore in frantumi. Tra il 4 ed il 5 giugno ho ricevuto le coltellate più profonde della mia vita. Sono stata buttata a terra, calpestata, cancellata, dimenticata. Nehan ha deciso di chiudere tra noi, in seguito ad un suo sbaglio, ed io ho dovuto accettarlo senza poter dire una parola. La notte tra il 4 ed il 5 giugno è stata la più patetica della mia vita. L'ho passata attaccata a lui, piangendo, e pregandolo di restare con me, anche se non è servito a nulla. Il 5 lui è partito, dicendomi "tornerò, forse", ed io avrei preferito morire che vederlo andare via. Tornando a casa ho rischiato più di una volta di uscire di strada, ma il mio cervello è ancora più forte del mio cuore, e sono rimasta dov'ero.
I giorni successivi sono trascorsi tra le mie lacrime, la lotta contro la voglia di farla finita, e la resistenza alla voglia di scrivergli. Tre giorni infiniti, ed intanto si avvicinava l'esame. Alla fine, in seguito ad una chiacchierata con una ragazza speciale, ho deciso di dare ascolto ai miei bisogni, e non ai suoi voleri, e sono partita. L'8 giugno sono andata da lui, ed ho fatto il primo gesto per me della mia vita. Sono arrivata, gli ho parlato per più di un'ora, prendendomi colpe che non avevo, e l'ho fatto ragionare un po'. Sono ripartita verso casa distrutta, senza più un cuore, ma consapevole di aver agito per me.
Poi sono arrivati il 13, con Nehan ed il primo giorno di scritti, il 14, con gli altri scritti, ed infine il 15, con l'orale. Ho studiato nei 10 minuti che precedevano l'ingresso in classe, e grazie alla testa, che a volte si ricorda di assistermi, ho passato l'esame con voti discreti.
Un paio di giorni dopo ho scoperto altri particolari sul tradimento di Nehan, e da li le cose si sono incrinate parecchio. L'estate è andata avanti cercando di rimettere a posto le cose con lui, anche se ancora non ci siamo riusciti perfettamente.
A luglio, nonostante la crisi, abbiamo deciso di fare le fedine. Come gesto di fedeltà, come se servisse a qualcosa. Il 18 siamo andati a Gardaland, e quella è stata l'unica giornata, dall'ottobre 2010, nella quale sono stata serena. Mi sono allontanata da tutto, e mi sono solo goduta un posto diverso, lontano, neutro. 
Agosto se n'è andato tranquillo, tra i soliti problemi.
A settembre ho iniziato la scuola, ed ho iniziato a staccarmi un po' dai problemi. Quelle 5 ore passate lontane dalle mie cose, con persone, impegni e gesti nuovi, mi hanno un po' riportata alla realtà.
Ad ottobre la realtà è diventata troppa, con uno scompenso cardiaco che ha fatto risvegliare il tumore alla vescica di mio nonno.La prognosi non ci ha dato molte speranze, "ha diversi organi in metastasi, se non rallenta tra una decina di giorni sarà finito tutto", ed è iniziata la paura dello squillo del telefono. Il 1° novembre, per una serie di fastidiose coincidenze, siamo andati al Lucca Comics, al quale avevamo rinunciato per la mia volontà di non allontanarmi da casa. Non è stata una giornata rilassante, per ovvi motivi. Avevo una paura tremenda che succedesse qualcosa mentre ero lontana. Tornata a casa sono andata avanti tra ansia, ritardi a scuola, stanchezza, nervoso, paura, ecc. 
A dicembre mio nonno è stato ricoverato, ed ha smesso definitivamente di essere lui. Siamo andati avanti così per un po', poi l'hanno dimesso, ed è andato spegnendosi ogni giorno di più. Il 28 mio padre è dovuto ripartire per il controllo ed una piccola operazione, e stavolta è andata mia madre con lui. Sono tornati il 30, ed una decina di minuti dopo essere tornati a casa è arrivata la telefonata, mio nonno non c'era più, e loro erano stati da lui appena prima di tornare a casa. È come se li avesse aspettati.
Il 2011 è finito con la morte di mio nonno. Vederlo spegnersi così, nel giro di tre mesi, è stato un duro colpo, e, onestamente, mi ha fatto più male quello della morte in sè. Per me era morto già prima. Conoscevo mio nonno come uomo forte, che andava in giro da solo per monti, alla soglia dei 90 anni, e quell'uomo senza forze nel letto, per me, non era lui. Forse mi sono solo creata il solito schermo per non affrontare il dolore, chissà.
Di cose, in questo anno, ne sono successe davvero tante, e raccontarle tutte era impossibile, anche perché molte le ho chiuse da qualche parte, per non annegare. 
Nient'altro da dire. Mi scuso con chi ha letto questo post a puntate, ci ho messo più del previsto a scriverlo.

2 commenti:

xaide ha detto...

Uno, due, tre abbracci tutti tuoi, e se vuoi te ne dò un altro da dare al tuo papo...

Non c'è tanto altro da dire...
se non che per qualsiasi cosa io sono qui.

BlackIris ha detto...

Grazie patata :*