domenica 1 gennaio 2017

Paura.

Questo post è stato scritto il 28 Ottobre 2016.

Avete presente quando sentite un rumore ed iniziate a respirare piano, per non farvi sentire e per riuscire ad ascoltare meglio quello che vi accade intorno? Ecco, io respiro così da quasi tre settimane.
Dopo il sisma del 24 Agosto ho avuto la fortuna di poter stare in un campeggio sul mare, per quasi tre settimane, e poi sono andata a Parma dai miei suoceri. Ho respirato. Non tanto a fondo quanto mi sarebbe servito, ma ho respirato.
Il 10 Ottobre sono dovuta tornare a casa, e sono tornata alla modalità spettro. Parlo piano, mi muovo in punta di piedi, mi guardo intorno. "Sei paranoica", mi dicono tutti, "ormai è passato". E invece il 26 abbiamo ricominciato da capo.
Sono stanca. Mi rendo conto che se vivi nel nord dell'Abruzzo devi sapere che sei soggetta a certe cose. Ma quando sono nata non è che mi hanno detto "senti, abbiamo deciso di mandarti in Abruzzo, vedrai paesaggi fantastici, avrai il mare e la montagna a 20 minuti da casa, però ballerai parecchio, e non per tua scelta". Ecco, no, nessuno mi ha avvisata. Ti ci ritrovi dentro.
Non so se avete idea di cosa voglia dire rientrare a casa e sentirsi in trappola, non essere sicuri. È una cosa orrenda, non la augurerei a nessuno. Casa è un nido. Dovresti sentirti sicuro lì dentro, protetto, confortato. Invece quando vivi in certi posti, in una casa molto vecchia (come la mia) o in una casa costruita col culo, grazie a chi preferisce guadagnare che salvaguardare le vite, rientri a casa e ti senti in trappola. Guardi i muri e ti chiedi se reggeranno alla prossima scossa, se non ti cadranno in testa.
Mi fanno ridere quelli che in tv parlano di prevenzione, ed intendono l'essere pronti, avere un piano, uno zaino, sapere quali sono i muri portanti sotto i quali ripararsi. Io sono pronta. So quali sono i muri portanti, quando sento tremare vado dritta lì, senza pensare. Sono pronta, ho lo zaino delle emergenze, un piano, una coperta in macchina, ma che me ne faccio se la casa mi cade in testa?
Prevenzione è costruire a norma, buttare giù i palazzi vecchi e pericolosi e costruirne di nuovi, dare un posto sicuro alle persone. Questa è prevenzione. Non dire quattro cazzate sull'avere un piano ed uno zaino.
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Come ho detto sopra, questo post è stato scritto il 28 ottobre. Il 30 c'è stata un'altra scossa forte, io ero rientrata a casa da una ventina di minuti (che ironia del cazzo, eh?), per lavarmi e tornare in macchina, dove ero stata negli ultimi giorni. Sono uscita di casa due minuti dopo, ed ancora non ci rientro. 63 giorni. Non vedo casa mia da 63 giorni, non vedo le mie gatte da 63 giorni. 
Dicono che la casa sia a posto, che le crepe che ci sono al piano terra non sono pericolose (io sono all'ultimo piano), ma io non riesco a rientrarci. Qualcosa mi dice di non rientrarci. Lo stesso qualcosa che mi aveva fatto uscire di casa il 26 ottobre, dieci minuti prima della scossa delle 18.10, che non mi ci ha fatto rientrare prima della scossa delle 20.18, e che mi diceva che dovevo rimanere in macchina ancora un po', il 30 ottobre. Il 30 ottobre non ho seguito l'istinto, mi sono fatta convincere dagli altri, e non smetto di pensarci.

Se vi state chiedendo come sto, non riesco a mettermi a letto prima delle 4 del mattino, e dormo con gli occhiali, just in case. Ma prima o poi passa.

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